INTERVISTA A FEDERICA FERRETTI

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Buon pomeriggio miei cari Lettori e Lettrici e buona festa della Donna a tutte le mie lettrici 🙂

Andiamo a vedere insieme l’intervista a Federica Ferretti.

 Qui vi lascio il link dove potrete comprare il libro La Rugiada della Notte

Benvenuta Federica nel mio piccolo blog.

Iniziamo con l’intervista 🙂

  1. Com’è nata la passione per la scrittura? A che età hai iniziato a scrivere e cosa, oppure chi, ti ha portato a farlo?

F.F. Buongiorno a te, sempre molto lieta di fare la conoscenza di giovani blogger, specie se amanti della letteratura, diciamo così! 😉 Innanzitutto, volevo ringraziarti a mia volta dell’attenzione, sperando che la mia esperienza ed i “consigli”, che, con molta umiltà, puoi rintracciare disseminati qui e lì, tra queste risposte da “donna piccola, ma con l’anima ingombrante”, possano essere utili, in qualche modo, a tutte/i coloro che ci visualizzeranno! Ora, possiamo “partire”! Per quanto mi riguarda, credo che, una passione simile, tu, non possa che avercela dentro. Devi solo trovare il modo di scovarla in mezzo al guazzabuglio della tua anima, cioè tra tutte le altre che ti caratterizzeranno, e darle forma. In realtà, ho iniziato a leggere praticamente “in fasce”: ricordo sempre molto volentieri che, sin dai miei 3 anni, non mi perdevo un numero di Confidenze (Mondadori), sfogliandolo sulle ginocchia di mamma. Ed in maniera quasi fortuita, è presto diventato un piacevolissimo “vizio di famiglia”, come si suol dire, visto che vi collaboro dal 2014, con immenso onore e gioia. Realizzando uno dei milioni di sogni che costellano la mia vita. Il segreto? Non arrendersi. È vero che mia madre, insegnante, ha finito di crescermi a pane e fiabe. Perciò, appena ho potuto, ho alimentato da sola la mia curiosità per la lettura, affidandomi all’istinto. Curiosissima, ho spulciato gli autori più impensabili. Prediligendo il realismo magico di G.G. Marquez. Anche se, poi, ho percorso una strada completamente diversa. Così, ho provato a riversare su carta (perché resto un’appassionata di foglio e penna e/o matita), tutte le mie sensazioni, emozioni. Sono nata pure io blogger/poetessa. Da adolescente, intanto, non immagini che inferno! Ho dovuto lottare parecchio, ora dico troppo, per far “rispettare” il mio stile di scrittura: guarda caso, i miei insegnanti sostenevano che era troppo giornalistico (che veggenti!) e hanno tentato di “imbrigliarmi” con voti puntivi, fino al 4. Che umiliazione, per chi, come me, avrebbe, al contrario, dato voce, nel suo prossimo futuro, agli “ultimi”, e combattuto, ogni giorno, per affermare un po’ di più, i diritti delle donne. E con campagne molto amate a livello dei più noti volti femminili nazionali! Però, tra simili pseudo-docenti, troppo legati alla contingenza e ad una grammatica ad ogni minuto più lontana dalle esigenze dei “ragazzi”, c’è stato per fortuna, chi, più degli altri, forse perché era un altro “collega”, artista eclettico come pochi, aveva già scorto le potenzialità delle mie parole. E, in mezzo a quei “parrucconi”, lodava quelli che, per lui, erano semplicemente veri e propri quadri narrativi, dipinti creati con frasi, che, sempre a suo dire, avrei lasciato in eredità a chi avesse avuto la nostra stessa sensibilità.

Che ne dite voi, chi aveva ragione?

2. Cosa fai nella vita oltre a scrivere?

F.F. Ho un curriculum molto variegato: come la metti, gioco sempre con linguaggi e scrittura, che siano parole o note, poco importa! Sono una giornalista, laureata in Scienze Politiche, e poi “abilitata”, per mezzo di un tirocinio di due anni presso un giornale online, con tanto di relativo esame finale. Eppure, dimostro, sin dalla mia prima tesi, tutte le altre mie passioni “immense”. Già, coniugando la ricerca musicale con i contenitori multimediali. Sempre a tal proposito, attualmente, sono una docente di Educazione Musicale presso una scuola Secondaria di Primo Grado, perché, nel frattempo, mi sono laureata in Discipline Musicali (Settore Pianoforte e Musica da Camera), con tesi che, ancor più sperimentali, miravano a indagare le varie tecniche di comunicazione. Purtroppo, persino in questo settore, ho faticato molto ad affermare le mie idee. C’è chi ancora pensa alla musica, quale un assurdo retaggio del suo glorioso passato, ovvero legata in maniera inscindibile ai teatri. Al contrario dei miei alunni, che invece, dopo avere conosciuto il mio metodo d’insegnamento, si divertono tantissimo a sottopormi questo o quello spot pubblicitario remakato, app e addirittura, da soli senza che io li abbia minimamente indirizzati, vecchi film che si sono “arricchiti” pure grazie alle “metafore politiche del linguaggio musicale”. Ricordando i miei trascorsi, posso affermare che sto avendo tutte le mie rivincite. Perché, come accennavo poc’anzi, se puoi sognarlo, puoi farlo. Ecco, applicate questa massima ogni singolo istante della vostra vita. Se credete in qualcosa, non fatevi distrarre mai e poi mai dal vostro obiettivo.

3. Qual è stato l’input che ti ha spinto a scrivere La Rugiada della notte?

F.F. Complimenti a te! Si tratta del mio ennesimo libro, eppure hai usato proprio il termine esatto: noto con immenso piacere che sei un mio follower! Perché, come accennavi tu, non si tratta del “solito” romanzo, ma di una forma di scrittura alternativa, giovane, ma che ha un vissuto importante. È nato a sua volta online, con input/micro capitoli lanciati sulla pagina FB dedicata, che, dopo la bella accoglienza su di un portale come ilcorrieredellasera.it, da parte della collega ed amica Ester Palma, ora opinionista televisiva di grido, o sul blog Filosofia dell’Amore Erotico di Alberoni o ancora Il portale delle Donne di Marta Ajò, sono diventati un libro (salvando comunque il formato ebook). Si tratta di una delle storie maggiormente autobiografiche nel sentire ed affermare che #noiciamiamoadognicosto. Ho provato a concretizzare l’ennesima campagna di #stopnonamore raccontando le vicende di Adriana ed Edoardo che hanno passato una vita a tacersi, a vicenda, i propri sentimenti. Ed ho voluto dare voce ad un marito che, in quanto uomo, come spesso capita, sembra essere il più forte, così bravo a mascherare ansie ed insicurezze che invece, lo distruggono al pari di noi donne. Bisognerebbe trovare il coraggio di venirsi incontro, mettendo da parte le nostre paure, frustrazioni, il nostro orgoglio, che ci impedisce, sempre più spesso, di muoverci l’uno incontro all’altra. È questa, la piccola grande rivoluzione della Rugiada: un invito a “deporre le armi”, a comunicare l’altro/a qualsiasi stato d’animo, in nome di una scelta, la convivenza, (di diritto o di fatto, poco importa), che deve essere salvaguardata, come la rugiada al termine della sua notte più lunga.

4. Tre aggettivi sul tuo libro?

F.F. Intrigante, impattante, dirompente.

5. Dove trai ispirazione per tuoi personaggi? In quale ti riconosci maggiormente?

F.F. L’ispirazione è nell’aria. Bisogna solo riconoscerla: tra la gente, con cui ci si incontra e scontra ovunque, in scene vissute al bar come alle casse del supermercato, riflessa davanti ad una vetrina, per strada, persino tra i banchi di scuola (mi rivolgo soprattutto alle/i ragazze/i!). Basta cogliere lo sguardo giusto, un po’ come fa il regista con l’occhio della sua telecamera quando è alla ricerca dell’inquadratura perfetta. Soprattutto, bisogna amare profondamente la vita, per lasciarsi ammaliare anche quando sembra tradirci, deluderci, prenderci letteralmente a pugni. Scrivete, a sera, i vostri momenti catalogandoli tra sì e no. Rileggendoli, ne trarrete un enorme vantaggio. E, soprattutto, nuova linfa.

6. Cosa ti ha spinto a dar vita alla campagna #noiciamiamo?

F.F. In realtà, sono partita con una segnalazione su Donna Moderna, perché ai tempi, dopo il mio primo libro, mi venne proposto di dare vita ad una collana di voci femminili, ma virtuali. Non solo ci riuscii, ma fu un successo pressoché ineguagliato, sebbene non me ne siano ancora stati riconosciuti i meriti. Parte, a questo punto, l’ennesimo, inevitabile, consiglio spassionato: non fate le cose per chi ve le dovrebbe ricompensare, ma per voi stesse/i! Infatti, incurante di chi nel frattempo, ha cercato in ogni modo di affossare le mie idee, sono così riuscita a seguire il mio istinto, la mia indole, che mi avrebbe portato a diventare, di lì a breve, una giornalista. Al corriere online, l’allora direttrice, aveva di nuovo scorto le mie potenzialità, dandomi fiducia. Quanti articoli “difficili”, dall’infibulazione all’aborto, all’emigrazione, al femminicidio, per menzionare alcune delle tematiche su cui mi responsabilizzava al punto da concedermi di rilanciare, sin da quei box, le mie campagne ad hoc. #noiciamiamo arriva quindi dopo un tanto lungo, quanto estenuante, lavorio. E le mie testimonial l’hanno capito. Sul mio nuovo sito, potrete scoprire che, tra le aderenti, c’è anche Dacia Maraini, oltre a Cristina Chiaffoni, Simona Branchetti (Tg5), Angela Caponnetto (Rainews), o ancora Marta Flavi (la mitica conduttrice anni ‘80). Insomma, su www.federicaferretti.com, troverete davvero tante belle sorprese. E, la sfida di #maipiunemiche…

7. Quale, fra i tuoi personaggi, vorresti conoscere nella vita reale?

F.F. Ognuno dei miei personaggi, senza escludere nemmeno il peggiore, perché, a dirla tutta, racchiude un pezzo della mia esistenza, amici ed amiche che, magari, ho perso per strada e a cui, ho quindi dato una seconda possibilità, esattamente quella che non hanno saputo sfruttare nel breve tempo che mi hanno camminato affianco. O, al contrario, cui io non ho saputo dimostrare amore. Perlomeno, empatia. Lo scrittore può darsi l’opportunità che ha perso, o si è negato. Diventa in qualche modo fortunato. Anche in calcio d’angolo, può comunque avere “con-passione” dei propri personaggi, concedendo la carta che il destino ha tolto o che lui/lei stesso/a non ha saputo raccogliere.

8. Molte donne non denunciano gli abusi che subiscono per paura. Cosa consiglieresti loro?

F.F. Purtroppo, il loro silenzio, si trasforma, ad ogni attimo, se non addirittura, ad ogni singolo secondo un po’ di più, in una sorta di assenso per il loro persecutore. Fino a che, questo, da mero bullo, non si tramuta in un carnefice spietato, che, con una frequenza impressionante negli ultimi anni, quando, nel migliore dei casi, non uccide la stessa prole, ultima il proprio sconsiderato progetto di morte, con un omicidio (femminicidio)-suicidio. E i figli, quando ci sono, restano orfani, per ben due volte! Non tacere è l’unico mezzo di autodifesa che rimane ad una donna davanti ad una situazione che di lì a breve, degenererà. Mai illudersi di potercela fare da sola!

9.Hai un motto/citazione che ti identifica o in cui ti identifichi?

F.F. A dir il vero, ne ho tratteggiati svariati nelle risposte precedenti. Se dovessi sceglierne uno in particolare, direi che è l’amore ciò per cui vivere. Non necessariamente quello carnale, bensì mi riferisco all’impegnarsi a vivere appieno, amandoci, per parafrasare appunto la mia ultima campagna, a non lasciarsi mai andare, a non vivere mai per “inerzia”. Cioè impegnarsi anche e soprattutto per le piccole cose, dalla cucina alla pittura, per il mare, o la montagna, per il respiro del vento sul volto, il collezionismo, la moda… per dire solo: mai smettere di sentirsi viva. La nostra occasione dipende dalla nostra passione.

10. Il libro che hai letto e che avresti voluto scrivere tu?

F.F. Una domanda di riserva? Scherzo… perché ne ho letti davvero infiniti, e ti dirò che ci sono frasi in ciascuno che ho tenuto dentro al cuore, non tanto perché le avrei voluto “firmare” a loro posto, ma perché mi hanno insegnato a vivere un po’ meglio. Come ti dicevo, sono stata praticamente una bulimica dei libri. E non riesco a smettere: adesso, figurati che mi sto cimentando nell’Iliade rivista da Baricco, di cui ho amato molto anche Seta. E poi, i classici, che sto riproponendo ai miei ragazzi dal momento che stiamo affrontando la storia della musica in maniera interdisciplinare, coadiuvata dalla collega di lettere (ho una 3a, che affronterà a breve gli esami!): ad esempio, il realismo di Verga, assorbito da Pietro Mascagni o, in maniera totalmente personale, da Puccini. Non si finisce mai di imparare. E così, ho scoperto la Susanna Tamaro di Per voce sola, oltre che di Va’ dove ti porta il cuore. Ho riletto per la 35a volta, l’Isabelle Allende di La casa degli spiriti. Ed i poeti. Leggo molto spesso i poeti, da Quasimodo a Prévert, passando per i girasoli impazziti di luce di Montale. Credo però profondamente in una frase di Ettore Scola: “C’è un ordine segreto nei libri. L’altro giorno ho riposto Cervantes accanto a Tolstoj. Ed ho pensato: se accanto ad Anna Karenina c’è Don Chisciotte, di sicuro quest’ultimo, farà di tutto per salvarla”. Anche noi possiamo salvarci attraverso la cultura.

11.Perché le persone dovrebbero leggere La Rugiada della notte?

F.F. Perché la Rugiada parla di un amore che dobbiamo imparare a confessare, ad ogni costo. In questo, è molto autobiografico. In questa prima parte, ho cercato di affrontare il tema dell’incomunicabilità sentimentale, perché diventi una specie di monito a ripetersi, almeno una volta al giorno, a mo’ di cura, quanto #noiciamiamo. Non è solo la storia di Adriana ripercorsa dal marito Edoardo, nella rilettura del suo diario ritrovato per caso e spulciato insieme al nipote. Al contrario, è la storia di una donna “divisa” tra gi affetti della famiglia e l’ambizione alla felicità. Riflettiamoci: non racconto altro che la quotidianità di ciascuno di noi, preda di rimpianti e rimorsi per ciò che non siamo stati capaci di difendere. Ma c’è anche la voglia di andare oltre. E di perdonarsi, di darsi un nuovo obiettivo, come avverrà nella seconda parte, dove il giovane nipote si troverà travolto da un amore passionale con una donna più grande, che, a conti fatti, non gli sarà del tutto estranea. Riemergerà dal passato di Adriana e lo legherà proprio al suo amante storico. Si tratta cioè, di una saga in cui immergersi a capofitto, tra le contraddizioni in cui ci fanno scivolare i nostri affetti, o la mancanza di essi. Il messaggio è: lasciarsi sempre attraversare da ciò che proviamo. Perché siamo umani. Non dobbiamo perciò vergognarci di provare amore. Che va assolutamente dichiarato, pur se senza speranza. Chissà che invece, una speranza, non riusciamo a dargliela insieme…

12. Parlaci dei tuoi progetti futuri.

F.F. Come accennavo poc’anzi, imparare a mia volta, a non fuggire, semmai ad affrontare i miei sentimenti, a dichiarare il mio amore, senza lasciarsi travolgere dalle sue difficoltà. E continuare ad aiutare le donne a dare forma alla propria voce, aspirazioni, sogni, e magari, perché no, dare vita ad un premio, come stava suggerendo la stessa collega Alessandra Pesaturo, uno delle testimonial che potrete appunto leggere sul mio sito: http://www.federicaferretti.com…

13. Quanto c’è di te in quello che scrivi?

F.F. Molto, è innegabile. Come dicevamo, la scrittura ti consente quella sorta di revenge nei confronti della vita che abbiamo sempre desiderato.

14. Ebook oppure cartaceo? Quale dei due preferisci per leggere libri?

F.F. Sono “esplosa” da blogger, la rete è la mia culla: non posso che tornare alla rete. Questa, è stata l’operazione che abbiamo tentato con La rugiada. Che, però, ad un certo punto, si è evoluta in cartaceo nel senso che, a differenza degli altri romanzi online, ora esiste tanto la versione ebook che quella “sfogliabile materialmente”, per accontentare tutto il mio pubblico. Tuttavia, i miei primi libri erano di carta. Io stessa, nei momenti creativi, riempio il mio taccuino sempre presente nella mia borsa. Resto combattuta. D’altronde, sarebbe come pretendere che il passato dell’editoria sparisse a favore di un non luogo virtuale. Meglio una pacifica convivenza!

15. Ti piacerebbe scrivere un libro a quattro mani? E con chi?

F.F. Domanda particolarmente insidiosa. Rischio di inimicarmi tante colleghe ed amiche scrittrici che adoro! Ma anche tanti maschietti tra cui davvero c’è l’imbarazzo della scelta per talento ed umanità di intenti! Allora, faccio un nome pressoché inarrivabile, che, almeno al momento, non riesco a contattare: Massimo Gramellini. Per una sola parola: tutto. Dite che raccoglierà la mia proposta “indecente”? 😉

Grazie Federica, per aver risposto alle mie domande e per esser passata dal mio blog.

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6 risposte a "INTERVISTA A FEDERICA FERRETTI"

  1. Purtroppo non conosco ancora questa autrice ma che intervista interessante!
    Mi spiace che questa autrice abbia dovuto faticare tanto perché già solo dalle sue risposte si vede la passione che ha nel suo lavoro ed il suo impegno in causa anche molto importanti.
    I suoi studenti devono essere molto fortunati ad averla come insegnante!

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